Esteri

Scozia, due uomini al posto di una professoressa: insorgono studenti e studiosi

La decisione della prestigiosa università di St Andrews di sostituire la filosofa americana Alison Kerr alla testa del piccolo dipartimento sugli "Studi di genere" scatena proteste. Ma l'ateneo tira dritto
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LONDRA. Più di mille studenti e professori mobilitati per una professoressa donna, cui la celebre università scozzese di St Andrews non ha rinnovato il contratto. La docente e filosofa si chiama Alison Kerr, è americana e fino a qualche giorno fa era a capo del minidipartimento dell’ateneo dedicato ai “Gender Studies”, ossia gli studi di genere, unica donna tra l’altro nel settore e molto stimata da colleghi e iscritti che hanno lavorato in questi anni con lei. Ora però l’università ha deciso di interrompere la collaborazione con Kerr, per non precisati motivi. Non solo: al suo posto sono stati scelti due docenti uomini che non avrebbero nemmeno le conoscenze e i curricula necessari per prendere il suo posto, secondo i sostenitori di Kerr. 

Così oltre un migliaio di studenti e professori, non solo in Regno Unito, si sono attivati per la filosofa americana, come riportano il Times e l’Herald Scotland di oggi, perché secondo loro la presenza di Kerr sarebbe “cruciale per la credibilità del dipartimento”. Questo dopo le proteste della stessa Kerr contro St Andrews: “La decisione di non rinnovare il mio contratto e di mettere a rischio il lavoro del dipartimento “Gender Studies" è uno schiaffo a tutti coloro che sinora hanno promosso diversità nel corpo docenti e la professionalità del proprio curriculum”.

A favore di Kerr si sono espressi non solo studenti e colleghi dell’ateneo scozzese, ma anche professori all’estero come Elinor Mason, della University of California, per cui “è una vergogna che il tutto il lavoro di Kerr sia derubricato in questa maniera” o come Andrea Peto, docente della Central European University di Budapest fondata da George Soros e diretta per molti anni dall’ex politico canadese liberale Michael Igniatieff: “Gli studi sul gender sono sotto attacco a livello globale”, ha commentato Peto, “è molto triste che ciò accada anche all’università di St Andrews. Forse non è troppo tardi per tornare sui propri passi”.  

Questa però non sembra l’intenzione dell’ateneo. Un portavoce dell’università, sempre al Times, non ha voluto commentare il caso specifico di Alison Kerr ma ha rimarcato come “molte ricostruzioni non corrispondano alla realtà e rovinino ingiustamente la reputazione di St Andrews. Non era mai stato deciso che il dipartimento (di Gender Studies, ndr) sarebbe stato guidato da una sola persona negli anni. E tutti i docenti scelti per ricoprire il ruolo hanno i curricula necessari per farlo".