In questo 2022 il mercato delle crypto è in crisi.

Da inizio anno la capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute è crollata del 35% bruciando oltre 1400 miliardi di Dollari in totale.

Questa crisi, da alcuni definita come il “secondo crypto inverno” della storia, ha portato a due principali conseguenze:

La prima, è che chi investiva nel mercato delle criptovalute ora è molto più cauto e investe cifre più basse perché al momento c’è troppa incertezza.

La seconda conseguenza, correlata alla prima, è che il pessimismo degli investitori si riversa anche sulle casse delle aziende che operano in questo campo in quanto i volumi di negoziazione sono mediamente più bassi.

Da inizio anno infatti, 21 società operanti nel mondo crypto hanno licenziato un totale di 4120 dipendenti.

Azienda Totale dipendenti Licenziamenti nel 2022 Sul totale
Coinbase 6111 1100 18%
Bybit 2000 600 30%
Robinhood 3778 340 9%
Huobi 1000 300 30%
BitPanda 1000 270 27%
Crypto.com 5200 260 5%
BlockFi 1250 250 20%
Celsius 600 150 25%
Opensea 750 150 20%
Gemini 1000 100 10%
eToro 1667 100 6%
2TM 750 90 12%
Buenbit 178 80 45%
Bitso 727 80 11%
BitMEX 300 75 25%
Banxa 233 70 30%
Bullish 375 30 8%
Ignite 60 30 50%
TIFIN 240 24 10%
Abra 240 12 5%
BitOasis 180 9 5%

Tra le più note in italia possiamo trovare Coinbase con 1100 licenziamenti (su 6111 dipendenti), Crypto.com con 260 licenziamenti (su 5200 dipendenti), Gemini con 100 licenziamenti (su 1000 dipendenti), BitMEX con 75 licenziamenti (su 300 dipendenti), e il noto market di NFT Opensea che ha licenziato 150 dipendenti (su 750).

eToro e Robinhood, due piattaforme che offrono non solo il trading di criptovalute, hanno anch’essi licenziato dei dipendenti per far fronte al mercato con rispettivamente 100 e 340 licenziamenti.

Licenziamenti crypto: negligenza o cause di forza maggiore?

Sebbene il mercato crypto abbia subito un forte colpo anche per cause di forza maggiore come la pandemia o il conflitto ucraino, le dichiarazioni dei CEO dei maggiori exchange mondiali lasciano pensare che forse questo grosso numero di licenziamenti era evitabile.

Il mercato delle criptovalute infatti è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, e forse questo ha portato gli exchange e le aziende del settore a non badare troppo a spese gestendo male le risorse a propria disposizione.

Il mercato crypto è stato quindi troppo fiducioso, e questa fase negativa transitoria porterà le aziende più virtuose a riadattarsi e ripartire una volta terminato il periodo di crisi, ma porterà inevitabilmente alla chiusura di altre attività che non sono riuscite a farlo.

A questo proposito fanno pensare le parole del CEO di Coinbase Brian Armstrong che afferma di aver assunto troppo personale rispetto alle necessità.

  • “While we tried our best to get this just right, in this case it is now clear to me that we over-hired.”

Oppure Bybit che in un comunicato stampa afferma di “star rimuovendo personale per creare team più piccoli con compiti che non si sovrappongono”, il che indica una pessima divisione dei compiti interni all’azienda che hanno portato ad assunzioni (e quindi costi) non necessari.

  • “We are exploring a way to remove overlapping functions and build smaller but more agile teams to improve our efficiency.”

Altri exchange come Crypto.com invece hanno visto le loro proiezioni ridursi, e quindi hanno optato per ridurre una piccola parte della loro forza lavoro.

  • “Our approach is to stay focused on executing against our roadmap and optimizing for profitability as we do so. That means making difficult and necessary decisions to ensure continued and sustainable growth for the long term by making targeted reductions of approximately 260 or 5% of our corporate workforce.”

Invece altri ancora come l’azienda cinese Huobi, devono far fronte a regolamentazioni nazionali che minano il settore delle criptovalute, dovendo di conseguenza riadattare l’azienda secondo le nuove proiezioni.

  • “Due to the current market environment, Huobi Global is in the process of reviewing both its hiring policies and its current manpower, with the goal of re-aligning them to its operational needs.”

MiCA vs MiFID: un parallelismo col mercato del trading forex

Il mercato delle criptovalute è unanimemente riconosciuto come uno dei mercati più rischiosi, ma ad oggi lo è un po’ di più.

Questa crisi delle criptovalute ricorda quanto successo in Europa nel 2015, dopo che la crisi causata dal crollo del cambio EUR/CHF ha fatto fallire broker forex e indebitato traders.

Questo evento ha portato l’ESMA (l’ente che monitora i mercati finanziari europei) a discutere su una regolamentazione europea comune sul forex, la MiFID II, che tutti gli intermediari avrebbero dovuto rispettare per operare nel territorio EU.

A seguito dei recenti eventi nel mercato, numerosi stati e istituzioni hanno iniziato delle consultazioni per capire come regolamentare le attività in ambito crypto. In genere i punti toccati dalle istituzioni per regolamentare gli investimenti in crypto sono tre:

  • La lotta al riciclaggio di denaro
  • La protezione dei consumatori
  • Regolamentare la pubblicità a favore delle crypto attività

L’UE fa parte delle istituzioni che si sono mosse per cercare di regolamentare i MiCA (mercati delle cripto-attività) che ad oggi sono rischiosi per tutte le parti in gioco.

L’accordo provvisorio del 30 giugno 2022 raggiunto dalla presidenza del Consiglio e dal Parlamento europeo ha toccato diversi temi:

  1. Chi fornisce servizi sul mercato crypto deve avere un’autorizzazione nazionale per operare (il Registro OAM nel caso dell’Italia)
  2. I token basati su una valuta non europea dovranno aprire una sede legale in EU
  3. I fornitori di stable coin dovranno possedere una riserva in denaro liquida in rapporto 1/1 rispetto al numero di stable coin
  4. Fornire ai consumatori una maggiore protezione, soprattutto in caso di schemi fraudolenti
  5. Gli operatori nel mercato crypto devono monitorare e dichiarare all’ESMA la loro impronta ambientale e climatica
  6. La normativa anti-riciclaggio (AML) ora si applica anche a chi fornisce servizi in ambito crypto.
  7. Le crypto attività con sede extra-ue devono collaborare con l’UE a fini fiscali.

L’Europa ha fatto spesso da apripista nel forex introducendo regole e limitazioni a protezione del cliente che sono state poi riprese da enti regolatori extra-UE, come ad esempio vietare le opzioni binarie o limitare la leva finanziaria a seconda dello strumento finanziario da negoziare.

Ad oggi il MiCA è un accordo provvisorio, ma quando verrà reso vigente renderà l’UE una delle aree meglio regolamentate per il trading di criptovalute, con benefici sia per gli exchange che per i consumatori.

Sebbene ad oggi il MiCA escluda gli NFT dall’accordo (ma solo se non rientrano nel mercato delle cripto-attività), all’interno del comunicato stampa non si esclude un ampliamento del trattato per regolamentare questo nuovo settore, anche se non si specifica in che modo.

Sentiment e scenari futuri

Con le crisi dei mercati crypto il sentiment potrebbe cambiare.

Ad oggi le criptovalute sono un asset che soffre molto il cosiddetto FOMO (Fear Of Missing Out) da parte degli investitori, ovvero la “paura di essere tagliati fuori” da potenziali guadagni (puoi approfondire nella guida alle migliori criptovalute su cui investire).

Con la crisi del 2022 tutte le criptovalute hanno sofferto delle perdite, tuttavia alcuni progetti hanno sofferto più di altri e questo influirà sull’opinione che gli investitori hanno su di essi. Questo porterà i trader di criptovalute a valutare meglio il rapporto rischio-beneficio di un investimento, lasciando meno spazio alla FOMO.

Il futuro del mercato cripto inoltre è legato alle regolamentazioni, che potrebbero aumentare regole e requisiti per gli exchange di criptovalute per operare nel territorio di competenza.

Secondo uno studio della banca centrale europea, alcuni cripto asset come i Bitcoin hanno un’impronta ambientale paragonabile alla Spagna.

Con la regolamentazione MiCA, l’UE ha in progetto di raccogliere dati e statistiche sull’impronta ecologica delle aziende crypto. Per questo motivo, in futuro, l’UE potrebbe imporre al mondo crypto nuove limitazioni o regole in ottica ambientale, in modo da ridurre o limitare il consumo che la gestione della blockchain e il mining hanno su alcune criptovalute.

Questa serie di regolamentazioni potrebbe scoraggiare investimenti su progetti crypto energivori, dando invece più importanza a blockchain sostenibili (ma altrettanto solide) come quella di Cardano.

Le regolamentazioni potrebbero inoltre aumentare i controlli sulla pubblicizzazione degli exchange di criptovalute. Il mercato dei CFD è altamente regolamentato sotto questo punto di vista perché i derivati sono asset rischiosi su cui investire. Le criptovalute invece, pur essendo un asset volatile, non hanno limitazioni sotto questo punto di vista.

In futuro il MiCA, come succede col MiFID II per il mondo del forex e dei CFD, potrebbe vietare agli exchange di fornire incentivi all’apertura del conto (come i bonus), o obbligare gli exchange a utilizzare disclaimer ben visibili che avvisano sulla volatilità dei crypto asset.

Inoltre, con una regolamentazione europea che lavora in sinergia con altri mercati finanziari, potrebbero arrivare sul mercato europeo degli ETF su bitcoin e altre criptovalute (già presenti negli USA).