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La Valle dell’Aniene, un regno verde per santi, aquile e imperatori

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Testo e foto di Raffaele d’Argenzio©

Prima di arrivarci, per me l’Aniene era soltanto un affluente dell’importante e famosissimo Tevere e della sua Valle “non me ne poteva fregar de meno”, come dicono a Roma e non solo. Eppure, qualcosa mi attirava, forse l’istinto, forse anche aver saputo che in quella valle nidifica una delle poche coppie di aquila reale, che vivono in Italia, e a Licenza alla regina degli uccelli hanno dedicato un museo, da vedere. (Sapevate che l’aquila reale vive fino a 20 anni in libertà e può raggiungere i 50  in cattività?).

Mi solleticava il fatto che l’aquila era anche il simbolo delle legioni romane e, chissà, forse nella valle dell’Aniene c’era già la loro antenata, e proprio lei aveva ispirato ai Romani il loro simbolo. In questa valle insieme all’origine dell’Aquila Romana, si possono trovare le origini dei Latini, dei Sabini e degli Equi, piccoli popoli che contribuirono alla nascita della Grande Roma, che le diedero le ali per far volare in alto l’Aquila romana.

Vicovaro, tra l’Oasi francescana, gli eremi di San Benedetto e l’acquedotto romano

Certo l’aquila dall’alto vede un manto verde che copre queste colline che l’Aniene abbellisce con il ricamo del suo alveo, ma anche io dal finestrino dell’auto vedo bei prati e boschi di castagni. La prima tappa è il borgo di Vicovaro, a soli 30 km da Roma, ma che sembra un altro mondo, sensazione che si concretizza nell’avere un convento come albergo.

Uno scorcio del borgo di Vicovaro

L’Oasi Francescana, infatti, è un convento che i frati francescani, ormai in pochi, hanno lasciato in gestione ad una piccola cooperativa. Le camere sono le vecchie celle, ristrutturate con bagno ma senza televisore e lussi inutili. Grandi sale e corridoi, ma il bello si trova nell’immenso parco che nasconde sorprese…sorprendenti. Un bellissimo viale e poi sul retro una discesa scavata nella roccia che ci porta ripidamente sulla parete scavata in millenni dall’Aniene.

Sul fianco di questo costone, a strapiombo sul fiume che scorre in basso, troviamo le dimore scavate nella roccia calcarea, degli antichi eremiti che vi vivevano in povertà e in preghiera. Chi è andato in Cappadocia ci dice che è inutile andar fin lì per vedere cose simili. Qui basta scendere degli scalini, anche se ripidi. E qui vediamo anche la cappella di San Benedetto che ci è passato e vissuto verso il 500 d.C.

La cella di San Benedetto, le celle degli eremiti e l’acquedotto romano

E qui si trova anche un pezzo dell’acquedotto romano, scavato nella roccia ed ancora percorribile. Ma c’è un’altra parte degli Eremi che è stata restaurata ed è visitabile, suggestiva specialmente di sera, con le luci che ne arricchiscono il fascino. Per visitare i siti archeologici si può chiamare l’Oasi Francescana al 334/3093676.

Ma a Vicovaro c’è anche l’importante palazzo Cenci-Bolognetti collegato, con affreschi, roseti e antiche carrozze che raccontano un territorio sereno, in quanto in questa valle si trovano più palazzi e meno castelli, un mondo più adatto alla villeggiatura che alla guerra.

L’interno di Palazzo Cenci Bolognetti

Le ville di Orazio, Nerone e Traiano, seguendo l’Aniene

E sì, già nell’antica Roma c’era il problema dell’inquinamento dovuto al sovraffollamento e a quartieri poco igienici, e quindi chi poteva già allora cercava aria salubre e verde seguendo l’Aniene, così vi troviamo la villa di Nerone presso Subiaco, quella di Orazio a Licenza e quella immensa di Traiano ad Arcinazzo Romano.

La Villa di Traiano ad Arcinazzo Romano

Subiaco, dove visse San Benedetto e dove fu stampato il primo libro in Italia

Seguendo l’Aniene arrivo a Subiaco, qui il nostro fiume ha più pendenza e quindi acquista forza. Infatti, nei secoli scorsi forniva energia ai mulini e alla produzione di carta pregiata, non per nulla proprio qui è stato stampato il primo libro in Italia, con il processo dei caratteri mobili, da monaci che l’avevano imparato in Germania, dove l’aveva inventato Gutenberg.

L’Aniene presso Subiaco e il borgo antico

Monaci benedettini, immaginiamo, dato che fu qui che San Benedetto visse circa 30 anni e qui nel 500 d.C, realizzò dodici monasteri, creando il monachesimo occidentale. Secondo San Benedetto gli eremiti e i religiosi non dovevano vivere isolati ma dovevano vivere in monasteri e del proprio lavoro. (ORA ET LABORA: come non essere d’accordo?) Subiaco è davvero un borgo bello e interessante. Vi si trovano i resti della villa di Nerone, il monastero di San Benedetto e quello di Santa Scolastica, sua sorella gemella.

Il convento di Santa Scolastica, sorella di San Benedetto

Ma non dimentichiamo il coro polifonico “Città di Subiaco”, un’eccellenza internazionale, che spazia dai canti gregoriani alla musica colta contemporanea. Tutti non professionisti, guidati dall’energico presidente Alberto Foppoli. Subiaco è un borgo che merita, una tappa da non dimenticare.  Qui come in tutta la valle dell’Aniene si sente un’energia positiva, orgogliosa d’essere.

Bellegra, dalla Cella di San Francesco alla Grotta dell’Arco

Dopo il convento di San Benedetto, arriviamo a quello di San Francesco a Bellegra, decisamente questa è anche una valle “santa”. Il convento è mistico. Qui il santo di Assisi è passato nel 1223, settecento anni dopo San Benedetto e qui si conserva la sua cella e un suo cappuccio. E c’è anche il ricordo lontano di come riuscì a convertire tre ladroni. Per souvenir, ho preso del buon miele di castagno, con il solo conservante di quest’aria mistica e beata.

Ora dalla cella di San Francesco passiamo alla Grotta dell’Arco, un complesso di grotte carsiche, scoperte soltanto all’inizio del secolo scorso. Non ha stalattiti come guglie appuntite, ma sono piuttosto tondeggianti, corpose, e fra loro ora svolazzano pipistrelli piccoli e innocui.

La Grotta dell’Arco

Tuttavia, in una delle grotte sono stati trovati resti di grossi orsi che certo non erano innocui. In alto vediamo anche dei graffiti, lasciati da uomini preistorici. L’arco è in parte caduto, ma fa sempre il suo effetto.

La presenza dell’Orso e graffiti preistorici

Gli Altipiani di Arcinazzo: ieri la villa di Traiano, oggi il Parco Avventura “For Nature”

Nell’Alta Valle dell’Aniene (850m. s.l.m.) ci aspetta l’immensa villa di Traiano ( che si estende per ben 5 ettari), o almeno quello che resta, dato che nei secoli è stata spogliata di molte delle sue ricchezze. Infatti, tanti capitelli li abbiamo visti nel convento di Santa Scolastica, e forse sarebbe il caso di riportarli qui, il loro vero posto storico e… legale.  La villa è davvero imperiale e spesso viene usata per concerti, come quello molto suggestivo a cui ho avuto la fortuna di assistere, con la partecipazione del Maestro Mariotti.

Concerto all’interno della Villa di Traiano. A sinistra, il Maestro Mariotti

Ad appena 6 km, continuando a salire, non troviamo una villa ma qualcosa di ugualmente bello, un teatro con pareti di alberi e un “concerto” di voci giovani, che qui hanno creato il parco avventura “Altipiani Adventures Ride For Nature” che avvicina alla natura. La struttura è diretta da Leonardo Lupi, un quasi trentenne che ha creduto nel turismo di questa valle e ha creato lavoro per sé e per altri giovani come lui. Sì, anche questo è un concerto che mi piace.

L’Altipiani Adventures Ride For Nature

Tivoli, dove l’Aniene crea ville favolose

Riscendiamo questa verde e favolosa valle, purtroppo, non abbiamo raccontato tutto, ma è un buon auspicio per ritornarci. Abbiamo attraversato le terre dei Sabini, degli Equi e dei Latini, boschi infiniti di castagni e querce, visitato conventi e chiese, seguito il Cammino di San Benedetto e le apparizioni di San Francesco, abbiamo visto ville di imperatori e di poeti.

E ora l’Aniene a Tivoli si veste di schiume candide e riflessi blu, sale sul palco si tuffa in cascate e dà spettacolo in meravigliose ville, come Villa Gregoriana, Villa d’Este e Villa Adriana.

L’immenso parco di Villa gregoriana con la cascata formata dall’Aniene

Sazio e stanco scivola verso Roma ormai vicina, città imperiale che a noi piace guardare da lontano con gli occhi di quella aquila reale che volteggia nella valle dell’Aniene e da millenni non lascia mai.

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DOVE DORMIRE

*Oasi Francescana***, Strada Statale 5, 47, Vicovaro (Roma), tel 334/3093676 www.oasifrancescana.it. Una piacevole sorpresa in atmosfere d’altri tempi.

DOVE MANGIARE

*Azienda agrituristica Fattoria Patrizi, via Fontana Fresca 12, Bellegra (Roma), tel 333/777365. Menù con piatti della tradizione laziale, pecorino eccellente con ambientazione che fa riferimento al Far West.

*La Locanda del Poeta, via Turanese 39, Collalto Sabino (Roma), tel 329/2428900, www.lalocandadelpoeta.com Ristorante di buona classe con ricerca di materie prime di pregio.